di Stefania Gianfreda

I PFAS sono sostanze chimiche perfluoroalchiliche utilizzate per rendere i materiali resistenti ai grassi e all’acqua e per questo sono utilizzati in svariati prodotti: pentole antiaderenti, indumenti, imballaggi alimentari, schiume antincendio, detergenti per la casa ecc…

La sigla PFAS contiene al suo interno più di 10.000 diverse composizioni e formulazioni.

Come mai sono pericolosi? È stato dimostrato da studi scientifici che i PFAS creano conseguenze problematiche sia all’ambiente che all’uomo e agli animali.

Infatti, gli stessi contaminano l’acqua e l’aria – contaminando di conseguenza anche il cibo – e creano effetti negativi sulla salute dell’uomo, potendo provocare problemi di fertilità, malattie del sistema immunitario, squilibri ormonali e finanche alcuni tipi di cancro, tanto che nel 2023 la IARC – International Agency for Research on Cancer (https://iarc.who.int/)  li ha definiti possibili cancerogeni.

Vengono utilizzati nelle industrie e si diffondono facilmente e persistono nell’ambiente, e proprio a causa di ciò, i PFAS possono essere trovati nel sangue di persone e animali in tutto il mondo, anche perché utilizzati in diversi prodotti alimentari.

Le esposizioni maggiori si verificano però nei luoghi ove si trovano i siti produttivi, anche di seconda lavorazione, nonché nei luoghi come aeroporti o stazioni dei Vigili del Fuoco ove vi è massivo uso di schiume antincendio.

In Europa ci sono numerosi produttori di PFAS, tra cui anche le aziende che producono cosmetici, per cui insieme alle nuove conoscenze che mettono in evidenza i pericoli di tali prodotti su sta sviluppando nuova attenzione per la tutela della salute umana e della sicurezza ambientale, individuandosi progressivamente le possibili tutele legali, sia per evitare futuri danni che per ottenere il risarcimento di quelli già verificatisi.

Nella recente sessione londinese del Global Justice Forum, di cui Ambrosio & Commodo è co-fondatore e di cui il nostro Stefano Bertone è presidente, si è affrontato il tema “PFAS” cogliendo la possibilità del confronto tra diverse esperienze e diverse culture giuridiche, nella convinzione che questa è la giusta strada per far crescere una nuova sensibilità su temi così importanti – spesso oscurati da interessi meramente economici – sviluppando la messa a punto di nuove tutele giuridiche.

A Londra, in particolare, il “case history” sul tema PFAS l’ha fornito il nostro Collega Geert Lenssens, titolare di un importante studio olandese associato al Global Justice Forum, che ad Anversa ha intentato vittoriosamente una causa a favore di una famiglia contro l’industria chimica 3M, che emetteva PFAS nello stabilimento vicino alla loro casa. I PFAS erano stati trovati nella verdura e nelle uova di produzione propria, nel terreno e perfino nei corpi degli attori. Il Giudice di Pace di Anversa, con decisione n. 22A3007/5 del 15 maggio 2023 ha condannato l’industria convenuta al risarcimento di una somma di denaro a favore degli attori a causa di immissioni intollerabili.

Attualmente sono pendenti numerosi procedimenti che riguardano inquinamento da PFAS in Europa: Ambrosio & Commodo insieme a colleghe e colleghi di diverse nazionalità sta monitorando la situazione, per individuare le azioni legali che possano tutelare al meglio la popolazione sia per evitare danni futuri (necessità primaria) che per ottenere il giusto risarcimento per i danni già verificatisi.

Comments are closed